
“Il grande buio” di Enrico Macioci (Neo.)
I racconti di questa raccolta, anche quando sono ambientati d’estate, sembrano sempre svolti in una cupa notte di inverno artico, con il freddo che paralizza i corpi e nessuna luce in lontananza.

I racconti di questa raccolta, anche quando sono ambientati d’estate, sembrano sempre svolti in una cupa notte di inverno artico, con il freddo che paralizza i corpi e nessuna luce in lontananza.

In questa raccolta di cinque racconti viene messa in scena la profonda fragilità della vita umana e dei legami che apparentemente sembrano i più saldi.

“Secondo me, se uno guardasse i miei personaggi nella vita quotidiana, penserebbe, beh, questi non hanno storia, che racconto se ne può ricavare? Mentre vanno al supermercato, mentre lavorano in banca o si affannano a trovare un lavoro, vanno in vacanza, citofonano alla ex moglie per far scendere la figlia. Ma…”

Storie intense, per lo più di persone in transizione, alle prese con le difficoltà di corpi in evoluzione, cicatrici e sfregi di cui prendersi cura, bisogno di sguardi affettuosi, ambivalenza persino nei radicati orientamenti sessuali.

Nessuna storia d’amore è mai fatta soltanto d’amore, ma spesso di tutte le rinunce e le paure e i compromessi che subiamo per poterci tenere accanto la persona che crediamo di amare.

“Attraverso la scrittura ho conosciuto me stessa, ho scoperto e chiarito le mie idee, ho iniziato a trascinarle fuori con decisione e fierezza e ho imparato a decifrare la realtà”.

“L’obiettivo era cercare di creare un’antologia diversa da tutte le altre, qualcosa che mancava”.

Dal 2007 si svolge “Un ponte sul fiume Guai” un premio letterario della Onlus Moby Dick che è dedicato a racconti inediti di malati di cancro e dei loro famigliari o sanitari. C’è tempo fino al 16 dicembre per partecipare.

Racconti che sono flash su vite perdute, dove l’essenziale è la sopravvivenza quotidiana, sempre in affanno su progetti futuri, la difficoltà di arrivare a fine mese, lavori precari e mal pagati.

Una raccolta di racconti brevissimi dove l’orrore della vita quotidiana, la violenza e l’infelicità sono condensati in poche frasi.

“Se non si riesce a fare i conti con l’indicibile, l’inconfessabile, con ciò che ci rende così umani, il rischio è di fare e rifare gli stessi errori”.

I racconti della raccolta sono legati da un senso di leggera asfissia, una forma di densità vischiosa in cui i protagonisti si dibattono, a fatica, aguzzini e puniti al tempo stesso per le scelte che fanno.